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mercoledì 7 marzo 2018

I CITTADINI DI AZZANO RISPONDONO AL SINDACO TARABELLA SUL CASO USI CIVICI - ASBUC



  COMUNICATO STAMPA - 07/03/2018

Signor Sindaco di Seravezza, le Sue osservazioni sulla vicenda degli Usi Civici meritano qualche considerazione:

Lei afferma che "il percorso promosso e condiviso dall'Amministrazione Comunale sul tema degli usi civici è stato improntato alla massima trasparenza". Ci spieghi allora chi doveva fornire a noi, chiamati al voto, la copia degli atti di causa, delle perizie sui terreni e delle cartografie e, soprattutto, veda un po', la fantomatica bozza di accordo che abbiamo richiesto nell'ormai lontano novembre all'Asbuc, al Comune di Seravezza e alla Regione Toscana. Le hanno riferito che la nostra richiesta di accesso agli atti non ha ricevuto risposta dai Suoi Uffici? E le hanno riferito che quasi tutte le assemblee si sono svolte  senza che gli elettori e le elettrici potessero leggere quella bozza prima di votare, dovendo accontentarsi dei comunicati della Sua segreteria e delle lodi sperticate della Sua Vice Sindaco alle generose regalie previste?

Lei afferma che la decisione sulla controversia non andava lasciata al giudice, ma andava presa da Asbuc e Henraux. Ma Lei è consapevole di quale enormità stia dicendo? Secondo Lei, le comunità della montagna avrebbero "scherzato" in tribunale per decenni, assieme al loro Comune che le difendeva, aspettando il deus Ex Machina Tarabella che veniva e metteva tutti d'accordo?

Lei afferma l'importanza del "ruolo di mediazione e di garanzia offerto dal Comune". Ma forse nessuno l'ha informata che la Pubblica Assistenza di Azzano Le aveva scritto segnalandoLe che data e orario previsti per l'assemblea non erano adatti per favorire la partecipazione. Lei forse non sa che la Sua Segreteria ha risposto per scritto di non saperne nulla e si è limitata ad inoltrare "agli uffici e ad assessorati di riferimento" (che ovviamente non hanno fatto nulla). Sarebbe questo il ruolo di mediazione e garanzia offerto dal Comune?

Lei afferma che "il futuro della Montagna Seravezzina è stato deciso da sole 38 persone ben munite di deleghe". Ha ben chiaro che tutto si è svolto nella legalità e nel rispetto dello Statuto? E Le hanno riferito che anche nello schieramento dei favorevoli sono state usate le deleghe? Ed ha fatto mente locale che se anche nessuno avesse usato le deleghe, il fronte del "Sì" avrebbe vinto per soli 6 o 7 voti? Quello sarebbe stato il trionfo della democrazia nonostante una partecipazione attestata al 7% della popolazione residente?

Lei afferma che dietro questa vicenda degli usi civici sembrano nascondersi "finalità di natura politica". Le rammentiamo che politico è tutto, e che è nella partecipazione della polis che nasce, risiede e prospera democrazia. Forse Lei confonde il termine "politica" con "partitico". Ad ogni buon conto, visto che anche Asbuc aveva parlato di una presunta "regia", vuol dirci quali sarebbero, per cortesia, tali finalità? Se si intende quella delle opposizioni, rasserenatevi subito. Le vostre opposizioni hanno manifestato sul problema la stessa ignavia ed indifferenza di cui ci ha gratificato la maggioranza, con l'unica eccezione, forse, che non ci hanno attaccato pubblicamente come il Suo partito. Ma in questa battaglia, Signor Sindaco, siamo stati drammaticamente soli.

Lei afferma, infine,  chiudendo la Sua incredibile filippica, che chi ha determinato questa svolta "si assuma le proprie responsabilità e si rimbocchi le maniche" anziché prendersela col Comune. Quest'ultima affermazione è davvero imbarazzante. Intanto, caro Signor Sindaco, noi le maniche ce le siamo rimboccate finora, proprio per riuscire a fermare e correggere il vostro inqualificabile lavoro, e lo abbiamo dovuto fare in mezzo a mille difficoltà e con pochissimi mezzi e informazioni a disposizione, che Voi avevate il dovere di assicurarci e ci avete invece negato. Noi abbiamo fatto quello che la legge ci richiede di fare: esercitare come assemblea un controllo anche correttivo sull'operato dell'organo esecutivo.


Noi non crediamo che Lei, o la Sua Giunta, se veniste smentiti dal Vostro Consiglio Comunale, vi azzardereste mai a chiedere ai consiglieri comunali di rimboccarsi loro le maniche al posto vostro. Ebbene, questa Sua livorosa frase finale nei confronti del ruolo di un'assemblea democratica sovrana, denota tutta la Sua debolezza politica e la Sua limitata dimensione istituzionale. La cosa non ci stupisce e non ci tocca particolarmente, semmai ci fa capire sempre di più che non possiamo riporre in Lei la nostra stima e la nostra fiducia.

In conclusione, Signor Sindaco, vogliamo chiederLe: Lei accetterebbe mai che in una disputa legale per la proprietà di un bene a cui tiene tanto Le venisse offerto in cambio un bene alternativo che non conosce? Accetterebbe di perdere definitivamente il possesso o un diritto di godimento su un terreno di sicuro e accertato valore in cambio di un altro terreno di cui non conosce né dove sta, né come ci si arriva, né se darà vantaggi o – al contrario – solo problemi a chi lo riceve? Ebbene, la nostra condizione negli ultimi mesi è stata questa, e ciò proprio grazie alla validissima "mediazione" fatta da Lei e dalla Sua Vice in appoggio al Comitato Esecutivo dell'Asbuc: una mediazione fatta di opacità assoluta, altro che trasparenza! Una mediazione che faceva aggio su un'erroneamente presunta "ignoranza" dei termini della questione. Dovreste, se credete nella democrazia, essere orgogliosi di non amministrare greggi di pecore.

Per cui, se ritiene, dopo questo Suo intervento, possiamo suggerire anche a Lei la stessa cosa che abbiamo suggerito alla Sua prima collaboratrice, poiché queste Sue ultime parole, assieme alla prova  che avete dato di Voi, non ci fa sentire assolutamente rappresentati né tutelati dal nostro Comune.

E' per questo che a rimboccarsi le maniche non saremo noi, ma gli avvocati, con il vantaggio – per tutta la montagna – che se perdiamo anche il secondo pezzetto di causa, possiamo ancora fare appello con un minimo di speranza, consapevoli che nel merito della vicenda abbiamo molte, moltissime ragioni da spendere per farci ascoltare da un giudice di Berlino. Mentre possiamo esser certi che se vi avessimo lasciato firmare quell'accordo capestro, nessuno avrebbe potuto tornare indietro.


                          Gli scienziati e le scienziate dell'ultim'ora.



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