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sabato 19 settembre 2015

VITTORIO FANTOZZI, CENTRODESTRA AL VOTO IN PROVINCIA, CANCELLA I DISSENZI INTERNI

VIGILIA DI CHIAREZZA

L'appello espresso a più voci nella serata di presentazione dei candidati della nostra lista, quasi un invito cortese, a tenere una condotta cavalleresca in occasione del voto provinciale, evitando egoismi inutili e controproducenti volontà di primazia,in specie dai partiti, pare essersi fatta la più scontata delle profezie.

Quell'appello non era e non voleva essere certo un banale e generico invito al "volemose bene" e "scurdammoce 'o passato" emerso sull'onda dei facili entusiasmi. Di fronte all'unico fatto politico di rilievo nell'ultimo periodo, quell'aver operato in due settimane il ricompattamento dal basso del centrodestra lucchese, sarebbe stato come urlare al miracolo se al momento del voto le forze politiche con i loro candidati non avessero poi cercato di centrare l'obiettivo del massimo consenso.

La corsa alla primazia, il voler arrivare primi assoluti all'interno della lista, a prescindere dal sistema del voto ponderato che penalizza intere comunità e territori, al fine di rivendicare "causa voti" ruoli e posizioni predominanti sono un illusione nei fatti, in considerazione del ruolo vacuo che si va a ricoprire, ed una prevaricazione inutile, capace di inficiare il percorso di riconciliazione avviato acuendo le diffidenze, creando nuovi risentimenti e cancellando quel minimo di entusiasmo, speranza e voglia di fare ridestatesi nei molti che sono pochi.

La fredda logica dei numeri, che pur bene conosciamo, quella dei voti "i quali soltanto contano in politica" va applicata in altre occasioni e non in questa, dove la vittoria non sarà quella nominale dei candidati eletti al nuovo consiglio ma la qualità del lavoro da compiere da lunedì per aggregare su nuove basi l'area dei moderati lucchesi. Lo dobbiamo, se non altro per quello che abbiamo fatto dal 20 agosto, all'impegno preso e magnificamente mostrato a NoiTv da Michele Giannini e con lui dalla nostra 'sporca dozzina', cinematograficamente intesa.

In un centrodestra sempre più frammentato in formazioni alle fine ininfluenti da ogni punto di vista, impegnate prevalentemente in una ridicola guerra tra bande che finisce per aiutare i piani di Matteo Renzi, lasciando occupare ogni spazio politico ai radicalismi e mostrando al livello comunicativo con l'assoluta assenza di contenuti il nostro lato più arido, la scelta di primeggiare è un errore politico da non compiere, del quale chi ha oggi un ruolo decisionale deve assumersi piena responsabilità davanti gli eletti riunitisi il 20 agosto e tutto l'elettorato moderato lucchese.

Quello che sfugge, che non è frutto di distrazione ma di una chiara scelta politica, assai miope e masochista, è accettare come la vera posta in gioco non siano le poltrone gratuite della non abolita provincia, per molti miraggio di chissà quale trampolino di lancio o fonte di visibilità, ma la capacità di riaggregare l'area del centrodestra - non solo lucchese - come unica condizione per vincere. 

Se gli obiettivi fossero stati altri, sappiamo oggi per pubblica ammissione, nessuno avrebbe faticato a comprendere la logica di un accordo politico per gentile concessione del Pd vincitore.

Perché il centrodestra riprenda l'iniziativa politica e possa affermarsi elettoralmente, nell'attuale contesto, non bastano gli accordi tra i soli partiti - tutti indeboliti, ognuno a suo modo - occorre bensì fare ricorso alle capacità e soprattuto alla volontà degli uomini, in questo caso lucchesi, di voler ricreare quelle basi di rispetto, serietà e prevalenza dei contenuti, cioè del governo del territorio, rispetto agli interessi particolari, spesso di partito sempre personali, che hanno fatto la sua rovina e la fortuna di Renzi.

Ecco allora che il grande, faticoso lavoro della costituente programmatica dell'area moderata lucchese, a cui si guarda con curiosità e speranza anche oltre provincia, offre l'opportunità agli amministratori comunali, ultimi reali detentori di una legittimazione autentica perché popolare, di cogliere nel voto provinciale l'occasione unica per gettare concretamente proprio quelle basi prima accennate - nelle forme di regole di condotta, metodo di lavoro e contenuti politici finalmente condivisi, perché partecipati - senza le quali, altrimenti, la sbandierata volontà di riunire il centrodestra resta il consueto slogan da scolpire, a breve, sulla sua lapide".

Vittorio Fantozzi

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