LA MIA VITA DA DELEGATO SINDACALE - NO ALLA CGIL DI LUCCA COME UNA CASTA DI YES MAN
PREMESSA
Chi scrive negli ultimi anni ha sempre cercato di dare il proprio (modestissimo) contributo per rilanciare una CGIL provinciale con un sacco di problemi economici ed interni che hanno portato a ben 3 cambi al vertice ed infine un Commissariamento. Beghe economiche. Quando si tratta dei soldi di chi lavora bisogna arrabbiarsi e, per senso di responsabilità, raccontarle tutte... anche le vicende personali più banali. Magari dal "piccolo" si capisce anche perché i vari sindacalisti CGIL a Lucca stanno andando avanti a botte sulla stampa con una litigiosità che sembra non finire più.
BIOGRAFIA SINDACALE
15 anni fa (circa a metà della vita dato che ho appena 35 anni) sono entrato a lavoro da "interinale". Mi sono tesserato ed ho iniziato il percorso sindacale da Delegato di fabbrica. Ancor prima di avere un contratto di lavoro "fisso", con tutti i "rischi" di un sindacalista senza tutele. Poi sono stato eletto Rappresentante alla Sicurezza, ho fatto la formazione, ho partecipato ai primi Direttivi di Categoria in FIOM e ad oggi continuo ad essere invitato nonostante la chiusura della fabbrica metalmeccanica dove lavoravo.
Ho ricevuto, insieme ad altri colleghi, un ingiusto licenziamento richiamando le tutele generali del celeberrimo Art. 18. Abbiamo aperto una vertenza sindacale ed causa legale lunghe diversi anni, supportandole con manifestazioni e col presidio dello stabilimento, che poi ha chiuso, come purtroppo annunciavamo da tempo, spesso inascoltati pure dalle Istituzioni locali. Il sindacalista in questi casi è sempre il primo che ci rimette.
Magra consolazione un piccolo risarcimento e l'obbligo di reintegro (quando la fabbrica non c'era già più).
Ma non mi sono arreso. Ho ricominciato da zero tornando a fare il precario in fabbrica (cartiera stavolta) e continuando l'attività sindacale "a tempo libero". Addirittura facendo le Assemblee Congressuali "da sindacalista" negli altri luoghi di lavoro il giorno... ed il turno di lavoro "da operaio precario" la notte. Senza permessi né tutele. Quasi clandestino per intendersi. Ma il precariato, si sa, per un Sindacalista è una vera e propria guerra. Scuole, supermercati, cantieri, imprese di ogni tipo, Comuni... sono stato a fare le Assemblee un po' in ogni dove pur lavorando in fabbrica su 3 turni con contratto interinale. Il più delle volte gratis!
In quel periodo difficilissimo sono stato eletto anche nel Direttivo della CGIL Provinciale (insieme agli altri che lo facevano "di mestiere" il Sindacalista... e più "comodamente") ed ho iniziato a seguire la Categoria dei precari, il NIDIL-Cgil in cui sono ancora membro del Direttivo.
Sempre da precario ho seguito anche il recente Congresso della CGIL continuando a girare per i luoghi di lavoro a fare le Assemblee ed ottenendo i voti necessari per essere eletto nei Direttivi in cui militavo prima. Non si sa perché, tuttavia, in quello Generale della CGIL Provinciale non ci sono più. Poco male. Evidentemente i miei voti sono finiti nel dimenticatoio, con le famose "quote a rovescio" dove se sei precario, disoccupato, migrante... se appartieni insomma ad una di quelle Categorie che la CGIL per Statuto e per etica dovrebbe valorizzare, vieni invece messo da parte.
Amen. Il mio modesto contributo di Sindacalista l'ho dato senza timore del licenziamento in fabbrica, figuriamoci se mi faccio intimorire da chi il precariato e le nuove forme contrattuali le conosce solo "per sentito dire". Per chi ragiona col proprio cervello - magari modestamente e certe volte sbagliando - succede.
Sono anch'io in attesa di una telefonata. L'ultimo mio datore di lavoro è stato la CGIL di Lucca durante il Congresso. Basterebbe il classico "i nostri progetti non la riguardano" in stile padronale... tanto ormai quello è il mantra che circola nelle Camere del Lavoro del nostro territorio. Invece niente. Vedo regalare incarichi a chi non ha mai lavorato né fatto il Delegato, senza alcuna legittimazione democratica... ma non mi stupisco più.
Continuo a seguire i precari "per passione" da membro del Direttivo NIDIL. Una Categoria che dovrebbe essere considerata importantissima e che invece praticamente è azzerata, con ipotesi discutibili di fusione con Massa, servizi praticamente assenti, partecipazione democratica nulla e Direttivi che vengono convocati solo per giustificare la voce di spesa relativa allo stipendio dello stesso Segretario.
Cosa fa oggi il Sindacato per me? Non lo so. Ma continuo a dare il mio contributo. E finché trovo riscontro in un precario che lo apprezza non smetto di sicuro.
LA CGIL IN MEDIAVALLE
Eppure la CGIL che avevo conosciuto era un'altra. Un luogo dove andavi volentieri anche se avevi fatto 8 ore in fabbrica e 3 di sonno. Dove prendevi appunti quando un Sindacalista interveniva. Dove ti confrontavi con altre realtà lavorative. Dove imparavi la solidarietà. Dove ti connettevi con i servizi e con le Camere del Lavoro della tua zona di residenza.
Oggi? La Mediavalle non ha più un Segretario, in Versilia recentemente si paventava il "siluramento" del Responsabile (Massimiliano Bindocci) perché - dicono i più maliziosi, non era perfettamente allineato con alcuni politici locali.
La CGIL - e per amore della mia zona parlo della Mediavalle - dovrebbe saper fornire le nuove tutele anche in questi territori difficili. Invece provate ad immaginare, ad esempio, con una fusione con la Provincia di Massa, quale tipo di servizio "vicino" potrebbe ricevere un Lavoratore precario, ad esempio, di Barga.
Nemmeno io, dopo 15 anni di Sindacato in CGIL, saprei dove, quando e come indirizzare un precario od una partita IVA per avere risposte non da un semplice addetto al Patronato ma da un vero e proprio Segretario Sindacale di zona e di Categoria.
Queste zone esprimevano anche autonomia, sfornavano nuovi Delegati e nuovi Sindacalisti. Abbiamo scritto anche pagine bellissime nella storia provinciale dei diritti sindacali.
Ma forse è proprio tutto ciò che non piace.
Non piace chi pensa con la propria testa, non piace chi rivendica l'autonomia di giudizio, chi è svincolato da certi assetti di piccolo o grande potere politico-sindacale locale, chi il Sindacato, ancora, lo ritiene fattibile dal basso, tra le persone, a partire da coloro che di diritti ne hanno meno.
LA CGIL PROVINCIALE
In CGIL a Lucca c'è un clima da resa dei conti. Le Categorie portano avanti le vicende che si presentano nel caso specifico (una fabbrica che chiude, un supermercato che licenzia, un'impresa che delocalizza) ma non c'è quella visione d'insieme, quel lavoro di squadra, quella fiducia nelle proprie energie (i Delegati).
Non c'è spazio, insomma, per progettare qui ed ora il Sindacato provinciale del futuro. Ci sarebbe... ma viene censurato e non si capisce il motivo. Chi dissente da questa parabola (a mio avviso pericolosamente discendente) è quasi considerato un "nemico" da abbattere.
Questa Segreteria si presentò al Congresso provinciale (al Grand Hotel Guinigi perché non bisogna farsi mancare nulla in periodi di "Spending di più") respingendo - avete letto bene - addirittura un ordine del giorno in solidarietà alle famiglie delle vittime della strage di Viareggio.
Respinto a maggioranza. Perché quando il capo chiama bisogna alzare la mano a comando. Yes Man sarà pure una definizione azzardata ma calza bene.
Forse già da quel bruttissimo episodio bisognava trarre una conclusione: così non si va da nessuna parte.
Non si può stare chiusi per mesi a discutere dei bilanci che, uniche società in Italia, i Sindacati non sono neppure obbligati a pubblicare. Non si può stare in eterno a discutere di robe burocratiche, di incarichi, avvitandosi su dibattiti che a Lavoratori e Cittadini, specialmente ai giovani, ai precari, alle partite IVA, non interessano minimamente.
URGE UN CAMBIAMENTO. A LUCCA, IN MEDIAVALLE, IN GARFAGNANA
E' finito il tempo del pulpito da cui predicare un'ora di discorsi vuoti ricevendo l'applauso di rito.
E' tempo, casomai, di sporcarsi le mani. E forse qualcuno sarebbe l'ora che se le sporcasse con quel "lavoro" di cui tanto parla dalla comodità e dall'agio di una poltrona in pelle.
Forse, in questa sorta di "nuova casta provinciale" (perdonate la definizione), c'è chi pensa di essere entrato in Parlamento. Invece il Sindacato sarebbe una cosa molto più umile, modesta e bella.
Significherebbe organizzarsi, a partire proprio dalla dimensione locale, per difendersi dagli attacchi, per aiutare i Lavoratori. Dal semplice disbrigo della pratica fino alla Vertenza passando per l'iniziativa sindacale. Significherebbe fare Assemblee dove parla chi conosce il precariato e le condizioni di lavoro "moderne"... e chi le ha solo predicate ma mai provate sulla propria pelle prende appunti. Dove il "datore di lavoro" è l'iscritto ed il Sindacalista si mette semplicemente a servizio. Aprirsi anche ai Cittadini ed i giovani che il Sindacato non lo conoscono o non lo possono praticare.
Fantascienza? Può darsi. Ma se non si cambia e non si diventa una cosa del genere - aperta, social, moderna - il destino è il tramonto.
Ma voglio concludere questo quadro con positività. Non è tutto da buttare via. E faccio appello a chi ancora ci crede. Non ci arrendiamo. In Mediavalle ed in Garfagnana dobbiamo lottare contro l'assenza di lavoro ma anche con chi vorrebbe vederci disorganizzati, disuniti, impreparati sindacalmente. Un territorio dove non funziona il Sindacato è un territorio dove ci sono meno diritti e peggiori condizioni. Non lo possiamo permettere!
Faccio appello a quei precari, a quelle partite IVA, a quei disoccupati, a quei cassaintegrati, a quei Lavoratori che non hanno neppure l'assegno di disoccupazione perché sono assunti "a voucher", a quelli che fanno la "stage", ai giovani.
Cambiamola noi questa CGIL di Lucca con la partecipazione. Perché il loro cambiamento è un falso cambiamento. E' solo rendita di posizione, difesa di vecchie logiche di potere, chiusura.
Cambiamola noi. Prima possibile.
PAOLO SIMONCINI - Direttivo Nidil-CGIL Lucca
Nessun commento:
Posta un commento