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sabato 5 settembre 2015

PROVINCIALI LUCCA: IL PD LUCCHESE CHE SE LA SUONA E SE LA CANTA. Vittorio Fantozzi.

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IL PD LUCCHESE CHE SE LA SUONA E SE LA CANTA

Nel Pd lucchese ormai se la suonano e se la cantano da soli, nel più assoluto disinteresse generale, tanto che almeno in questa circostanza possiamo far invidia allo stesso Renzi. Eppure nonostante la poderosa e meno non meno costosa - per tutti i cittadini, bene inteso - macchina comunicativa a suo servizio, il già eletto presidente della provincia viene lasciato andare a dichiarazioni che meritano, comunque, per la manifesta ipocrisia la nostra attenzione.

Sorvolando letteralmente su quel "se eletto" che la dice lunga sul grado di ridicolo nel quale si tiene in conto anche il più distratto cittadino lucchese, a meno che le antipatie od il dilettantismo nel Pd non superino le nostre più rosee aspettative, ci vuole tanta fantasia per conviverci che la giustamente recusata lista civica a sostegno del Menesini sia inconfutabile riprova del favore con il quale i soggetti civici guardano al sol dell'avvenire renziano. Talmente tante sono queste realtà, infatti, che non si sono trovati che il minimo indispensabile di sei candidati, sulla cui collocazione politica nel tempo e nello spazio sorvoliamo, ed il minimo di ventiquattro firme per presentare una lista.

In realtà la mancata lista stampella, sopravvalutato ed infelice parto della coppia Del Ghingaro Ceccarelli, non è stata che un altro effetto dell'inaspettata aggregazione del centrodestra lucchese che chiudendo le porte ad accordi col Pd ha sparigliato le carte ed evitato, ad un pubblico fortunatamente alieno dal tema delle province che sapeva abolite, di essere spettatori della triste e tronfiale passeggiata a braccetto tra gli svenditori di Lucca a Firenze e Pisa ed i suoi ultimi difensori.

Così maldestramente concepita, che gli errori che l'hanno recusata sono chiaramente il frutto della pochezza in ogni senso, il tentativo ha messo ancora più in evidenza le divisioni interne nel Pd lucchese, la necessità di rafforzarne una candidatura non certo gradita a tutti - anche a costo di sottrarre un seggio al partito madre - ma anche la volontà di altri di misurare il proprio peso politico uscendo dalla prova assai malconci.

A questa turbata compagine, "destinata" alla vittoria da una legge che per la prima volta dal 1948 priva i cittadini italiani del voto, sappiano i lucchesi che sono affidati parte dei loro destini quotidiani, molti dei quali sono accidenti sussurrati a mezza bocca da autisti e studenti, ai quali il centrodestra con Giannini torna a contrapporre almeno la certezza di parlar chiaro

Vittorio Fantozzi

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