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lunedì 13 aprile 2015

Territorio e Sanità: Mamme NO-INCENERITORE ed esperti NO-CORROSIONE”

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"Territorio e Sanità: Mamme NO-INCENERITORE ed esperti NO-CORROSIONE"
 
"La corrosione e uno dei principali problemi che ha determinato il conseguente fallimento di dispositivi biomedici di impianto. La natura dei film di ossido passivi formati, e le proprietà meccaniche dei materiali formano alcuni criteri fondamentali per la selezione di materiali alternativi e/o lo sviluppo di nuovi materiali. In termini clinici, i più grandi miglioramenti potrebbero essere fatti da una migliore selezione dei materiali, da una migliore progettazione e da un miglior controllo di qualità per ridurre, o possibilmente eliminare il fenomeno della corrosione nei dispositivi di impianto… …. Sta diventando chiaro che ci sono rischi reali associati all'utilizzo di metalli per la realizzazione di dispositivi di impianto medici e per il loro uso a lungo termine, e con la continua ricerca e il continuo sviluppo di nuovi biomateriali, questi rischi possono essere gestiti, e un giorno eliminati."
 
Quelle qui riportate, sono le frasi conclusive di un interessantissimo articolo del Prof. Douglas C. Hansen,  Senior Research Scientist presso l'Università di Dayton Research Institute,  Docente della Facoltà di  Ingegneria dell'Università. Il Prof. Douglas C. Hansen, vanta una lunga esperienza di ricerca nel campo dei polimeri e dei rivestimenti quali inibitori di corrosione, biomateriali, e della corrosione biomedicale di dispositivi di impianto biologico.
 
Come sappiamo, i progressi della scienza e della tecnologia degli ultimi decenni, hanno permesso applicazioni in campo medico-sanitario, decisamente straordinarie, arrivando alla riparazione di arti o parti di arcate dentarie.
 
Tuttavia, tutti questi progressi, pur con i loro evidenti vantaggi, non sembrano immuni da altre problematiche, come appunto quella della corrosione. Siamo stati infatti abituati a credere che i materiali con i quali certe soluzioni venivano prodotte, fossero perfettamente innocui e perfettamente immuni da interazioni con il nostro organismo. Questo grazie alla fabbricazione di speciali leghe, rivestimenti e quant'altro.
 
La verità però è abbastanza diversa e come ci spiega il Prof. Douglas C. Hansen: "La maggior parte di questi dispositivi sono costituiti da una lega metallica, e per la maggior parte di noi, qualsiasi preoccupazione circa le implicazioni dovute alla corrosione di questi impianti sono ritenute di rilievo secondario rispetto all'effetto benefico anticipato che questi dispositivi sono progettati per avere. Mentre la popolazione mondiale aumenta in eta, c'e un parallelo aumento del numero di procedure di impianto. Uno studio riporta che le vendite mondiali di impianti ortopedici solo nel 2003 e stato 8,7 miliardi dollari e dovrebbe aumentare ad un tasso di crescita annuo del 12,5% e raggiungere 17,9 miliardi dollari da 2009. Chiaramente, contemporaneamente allo sviluppo di nuovi dispositivi e di nuove tecnologie, con una necessita continua di comprendere e di caratterizzare come le superfici metalliche degli impianti interagiscono con il loro ambiente fisiologico circostante… …. numerosi problemi possono sorgere con un impianto dopo l'operazione chirurgica, … …. Questa interazione può portare sia al cedimento dell'impianto … .., o avere un effetto negativo sul paziente e un conseguente rigetto dell'impianto da parte del tessuto circostante, o entrambi.  In entrambi i casi, l'espianto del dispositivo di solito è necessario per correggere la situazione. Il corpo umano non è un ambiente che si potrebbe considerare accogliente per una lega metallica impiantatavi: … … Variazioni nella composizione delle leghe possono portare a sottili differenze di proprietà meccaniche, fisiche e/o elettrochimiche. … ….. Lo scopo di questo articolo, quindi, e quello di dare al lettore un'ampia panoramica dei diversi tipi di metalli e leghe utilizzate, la corrosione dei metalli nel corpo umano, i diversi ambienti rilevati e come questi materiali resistono alla degradazione quando si trovano nel corpo….".
 
Quello della corrosione e più in generale dell'uso e degli effetti dei metalli sulla salute umana, è un tema su cui, in Italia,  la discussione si dimostra tutt'altro che matura.
 
C'è da dire che tanta carenza, anche soltanto di informazioni, potrebbe non essere casuale, bensì essere dovuta anche agli interessi economici di un settore che, come ci viene spiegato, ha raddoppiato il proprio fatturato a livello mondiale in soli sei anni (2003-2009), e che, c'è da aspettarsi, potrebbe conoscere una sviluppo ancora più importante con il progressivo miglioramento della condizioni di sempre più vaste fasce della popolazione nei paesi emergenti.
 
Una maggiore consapevolezza, porterebbe i pazienti a pretendere maggiori garanzie e standard di qualità ed efficienza più alti, riguardo ai materiali impiegati e questo, ovviamente, confligge con gli interessi delle potenti lobbies che ruotano attorno al settore sanitario-protesico/odontotecnico.
 
Anche in Italia, non mancano però esempi di esperti che da lungo tempo di occupano della problematica. Tra questi c'è sicuramente Rosario Muto, perito e consulente per vari tribunali, accreditato dal Ministero di Grazia e Giustizia, il quale,anche dal canto suo ci spiega: ".Questo è il momento giusto per poter portare alla luce detto argomento, infatti questo è il più grande dilemma della società, la malattia voluta o non voluta che sta ammazzando in un modo o nell'altro attraverso una serie di patologie come possiamo notare dipendenti cui tumori etc. Dopo tanta disinformazione, dopo tante vittime per aver parlato e portato alla luce l'argomento, oggi finalmente l'informazione è alla portata di tutti". Per giunta non c'è da pensare che il tema non sia d'interesse, visto il discreto successo che, a pochi mesi dalla sua uscita, la pubblicazione di Rosario Muto "MALATI DI METALLI" (Ed. Tricase (LE) – Tomo1, ISBN | 978-88-91163-47-9, Tomo 2 - ISBN | 978-88-91163-48-6 ) sta riscontrando in un pubblico anche assai variegato.
Un testo impegnativo, di oltre 1200 pagine, suddiviso in due tomi, attraverso il quale si ottiene un spiegazione esauriente di come e perché i metalli interferiscono con la nostra salute, finendo per essere causa di molte nostre patologie che mettono a rischio la nostra salute.
Anche nel caso di Rosario Muto, autore anche della traduzione in lingua italiana dell'articolo in questione (visita il Gruppo Facebook "Malati di Metalli
" https://www.facebook.com/groups/570788929665820/) l'esperienza maturata sul campo, lo porta  a trattare di tematiche riguardanti la presenza e gli effetti deleteri di metalli contenuti nelle acque, nell'aria, negli alimenti o liberati dalla combustione di rifiuti, negli impianti di incenerimento. Tutte presenze nocive che mettono in crisi la salute e il benessere della persona, con ineludibili riflessioni sul nostro sistema sanitario, sul mondo della produzione e della tutela della salute e dell'ambiente.
Leggendo questi argomenti e pensando al nostro territorio, la Piana tra Firenze, Prato e Psitoia, non si può non ricordare il successo della manifestazione dello scorso Sabato 11 Aprile, con oltre seimila persone in corteo lungo un itinerario compreso tra la Casa Rossa dell'Osmannoro (Sesto Fiorentino), nei pressi di Case Passerini, interessata dal progetto di costruzione di un nuovo inceneritore,  e l'abitato di Peretola, dove si prevede la costruzione del Nuovo Aeroporto di Firenze.
Tra queste, la presenza più numerosa  e di rilievo, è stata quella del gruppo "MAMME-NO-INCENERITORE", donne che con i propri figli, mariti e compagni, hanno sfilato in difesa della salute dei propri piccoli, minacciata dall'assurdità di certi progetti e delle tante altre nocività giù presenti in questo territorio.
E' interessante infatti mettere in evidenza come l'esposizione a sostanze tossiche, come metalli e quant'altro, sia un qualcosa che ormai ci può arrivare da vari fronti, siano questi l'inquinamento causato da certe soluzioni impiantistiche o infrastrutturali che invadono il nostro territorio, che da una sanità e da pratiche mediche autenticamente attente alla salute del malato.
Stiamo sempre di più andando al paradosso per cui ci si ammala semplicemente respirando o bevendo acqua contaminata o venendo indirizzati verso cure più rispondenti alle necessità di fatturato dell'industria farmaceutico-sanitaria.
Al contempo è sempre più crescente la consapevolezza di quanto ampia e variegata sia l'esposizione a certi rischi, come viene testimoniato da queste "MAMME-NO-INCENERITORE" o da certe voci di esperti fuori dal coro che, come nel caso di Rosario Muto, si dedicando con passione alla causa di informare i cittadini su dei rischi dei quali, altrimenti, sarebbero completamente inconsapevoli. 

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