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mercoledì 8 aprile 2015

Cancri italiani: il project financing. Così i sacrifici degli italiani vanno nelle tasche dei soliti noti. di Francesco Fedi

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"Cancri italiani: il project financing. Così i sacrifici degli italiani finiscono nelle tasche dei soliti noti" di Francesco Fedi
 
E' ottimo l'articolo di Giorgio Meletti su Il Fatto Quotidiano di oggi : "…il project financing. Questo sistema è il vero cancro nascosto della finanza pubblica. Con o senza corruzione sta scavando una voragine nelle casse dello Stato…."

Noi toscani lo sappiamo bene e lo sappiamo bene grazie al Presidente Enrico Rossi e ai suoi quattro nuovi ospedali toscani, costruiti , inaugurati e resi operativi in fretta e furia, per una spesa di centinaia di milioni di Euro per il ventennio a seguire…
 
Tuttavia, Enrico Rossi è in buona compagnia, visto che, come ci ricorda appunto Meletti nel suo articolo, alcuni giorni fa  l'Autorità Anticorruzione di Raffaele Cantone ha chiesto alla Asl 3 di Nuoro i documenti sul contratto di project financing per la costruzione del nuovo ospedale. Come in Toscana, anche a Nuoro, per un investimento da 45 milioni di euro, si è fatto ricorso alla modalità del project financing: un lucroso affare sul quale si sono immediatamente riversati multinazionali e cooperative rosse, del settore delle costruzioni.
 
Lo schema è esattamente identico a quello toscano, ben descritto da Daniele Rovai nel suo libro,  "La nuova sanità Toscana - I 4 NUOVI OSPEDALI TOSCANI E LA LEGGE TRUFFA DEL PROJECT FINANCING", ovvero l'impresa di costruzioni edifica il progetto, su suolo di proprietà dell'ente pubblico, e poi viene remunerato da un canone di concessione che tiene conto anche di vari contratti per servizi ospedalieri non sanitari (pulizia, guardiania etc.) che, nel caso di Nuoro, ha una durata di 28 anni. Cos' la ASL di Nuoro ha contratto verso i costruttori un impegno a pagare un totale di 800 milioni ai costruttori privati. Una modalità, questa, che avviene nella completa violazione di tutta quella normativa europea per la quale è previsto che gli appalti dei servizi non possano avere durate superiori ai 3-5 anni.
 
Anche di là dall'Appennino, non sono stati certo lì a guardare: nel 2010 l'ospedale Sant'Orsola di Bologna ha allo stesso modo assegnato alla Manutencoop, del pluriindagato Claudio Levorato, la realizzazione di quella che è stata chiamata la "nuova centrale tecnologica"; il tutto per un ammontare complessivo di circa 400 milioni di Euro, da corrispondersi nei successivi 25 anni e detto anche che il caso è degno di nota, perché questi numeri sono frutto  della ricostruzione della PM Rossella Poggioli, in un indgine che ha avuto inizio da un esposto presentato dalla seconda classifica del bando vinto da Manutencoop, che altri non è che quella cooperativa coinvolta nei fatti di Ischia, venuti alla ribalta nei giorni scorsi.
 
Ma perché questi contratti di "project-financing" sono così in voga?... Perché li troviamo così diffusi nel settore ospedaliero? Oltre alla possibilità di eludere tutte quelle norme sugli appalti che regolerebbero la costruzione di un nuovo ospedale da parte dell'ente che ne sarebbe immediatamente proprietario, ci sono motivi legati a patti di stabilità e ferree regole di bilancio, che vengono aggirata facendo leva sul fatto che le "forniture dei servizi" non figurano né tra gli investimenti, né tra i debiti. Sono infatti uscite che competono la "spesa corrente" e che viaggiano su di un binario separato rispetto alle spese per investimenti…
 Di seguito il mio articolo di oggi:________________________________________________________________________________________________________________
"Cancri italiani: il project financing. Così i sacrifici degli italiani finiscono nelle tasche dei soliti noti" di Francesco Fedi
 
In questo modo la nuova sede del Comune di Bologna, nei suoi 28 anni di concessione di project financing, costerà 250 milioni euro (nove milioni e mezzo all'anno): come dire che costa più di servizi di pulizia e manutenzione, che per la sua costruzione iniziale, visto che l'edificio si dice sia costato 70 milioni, il che già non è poco. Comune apparentemente non ha investito un euro, il patto di stabilità è rispettato, ma di fatto al contribuente è stato accollato un debito di oltre che sarà pagato dai figli del geniale sindaco che ha fatto il contratto.

Si arriva all'assurdo smascherato da  Mariano Maugeri del Sole 24 Ore, che, nel caso della costruzione del Nuovo Ospedale di Mestre (VE), costato 140 milioni di euro al costruttore, (120 presi in prestito), ha introitato, oltre al capitale inizialmente investito, 280 milioni di interessi e contratti di forniture per oltre un miliardo per successivi 24 anni.
 
Tutte questi episodi, uniti insieme, ci aiutano a capire anche un'altra grande questione che attiene la riduzione del nostro debito pubblico, che poi è causa di una fiscalità insostenibile e della perdita di competitività delle nostre aziende, ovvero che di realizzazione in realizzazione, le amministrazioni locali, in questo caso le regioni, stanno contraendo dei debiti che non potranno essere rinegoziati per tempi lunghissimi.
 
Quindi, ogni volta che ci sentiamo dire che "Avremo il nuovo ospedale senza tirar fuori una lira", cominciamo a pensare che quell'ospedale, ci costerà d'affitto anche fino a dieci volte tanto il suo costo iniziale, mentre nel frattempo sarà di proprietà di un privato che, per giunta, non avrà neanche grande interesse a fare buona manutenzione, visto che la formula del project financing, prevede l'automatico trasferimento di proprietà dell'immobile all'ente pubblico…
 
Vale a dire che, non ci dovremo stupire se dopo 20, 24 o 28 anni, quell'immobile sarà pressoché da ricostruire di sana pianta…. .. e così, magari, il giochino ricomincerà tutto da capo.....

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