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domenica 21 dicembre 2014

Il Governo Renzi vi ha fatto una bella sorpresa e nessuno vi ha detto niente.

La legge di stabilità è stata approvata nella notte tra venerdì e sabato con 162 «sì», 37 «no» e nessun astenuto. Molti i punti interrogativi e, come scrive oggi il Sole 24 Ore, la sfida vera è evitare che scattino una serie di trappole fiscali tra qui e il 2018, con un conto "nascosto" che può arrivare in tre anni a otto miliardi. 

Le accise sulla benzina, infatti, potrebbero impennarsi

In questi giorni gli automobilisti italiani guardano con sollievo ai prezzi di benzina e gasolio abbassati dal crollo vissuto dalle quotazioni del petrolio, ma la prima minaccia fiscale contenuta nella manovra potrebbe presto far tramontare questa sensazione. La clausola caratterizzata dal calendario più stretto, infatti, guarda proprio ai distributori, e prospetta l'aumento delle accise con l'obiettivo di recuperare almeno 1,7 miliardi nella seconda metà del 2015.

Non solo le accise. Anche l'Iva potrebbe aumentare

Protagonista resta infatti l'Iva, perché la manovra 2015, non riuscendo a disinnescare ma solo a rimandare di un anno le clausole ereditate dalla manovra dello scorso anno, prospetta una serie di aumenti dell'imposta che possono portare l'aliquota ordinaria (oggi del 22%) fino al 25,5%, e quella "agevolata" (oggi al 10%) fino al 13 per cento. L'incremento disegnato dalla legge di stabilità è progressivo, a partire dal 2016 fino al 2018, e dipende dal fatto che l'architettura delle coperture è riuscita solo a cancellare, a colpi di spending review, i tre miliardi di maggior gettito relativi al 2015, ma è stata costretta a tenere in programma in misura quasi integrale i passaggi successivi. 

Tutte insieme, queste misure potrebbero presentare un conto da 14,7 miliardi cumulati in tre anni, con un effetto annuale a regime da otto miliardi nel 2017. Un'ipoteca pesante sulle prospettive di ripresa economica, che il Governo dovrà impegnarsi a cancellare anche se non tutto, come detto, dipende da Roma. C'è da sperare, insomma, che le clausole rimangano allo stato di minaccia senza tradursi in atto: un'operazione riuscita pochi giorni fa con l'eliminazione degli aumenti di accisa che sarebbero scattati in caso di gettito deludente dell'Iva prodotta dai pagamenti arretrati della Pa. In questo caso, però, i valori in gioco erano assai più leggeri.

Questione bollo auto, qualcosa è cambiato. Leggiamo nei dettagli

E' stato cancellato il bollo a tariffa agevolata per le moto (e le auto) con un'età compresa tra i 20 e i 30 anni. Fino ad oggi le moto inserite nell'elenco stilato dalla Federazione Motociclistica Italiana (qui l'elenco ufficiale dei veicoli considerati storici dalla FMI per il 2014) godevano di bollo a tariffa ridotta e sconti sulle assicurazioni. Ora il Governo ha deciso di irrigidire la regolamentazione per le moto di età tra i 20 e 30 anni, che dal 2015 (anche se inserite nelle liste FMI) non saranno più considerate di interesse storico. Le conseguenze per i possessori di moto d'epoca non finiscono qui, in quanto l'abolizione della norma potrebbe portare ripercussioni anche sulle assicurazioni. Sarà a discrezione delle compagnie assicurative valutare se un veicolo sia di interesse storico o meno e quindi decidere se applicare lo sconto. Nulla cambia invece per i proprietari di moto con più di 30 anni di età che continueranno a beneficiare dello sconto e potranno non pagare il bollo qualora il veicolo non venga utilizzato su strada.

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