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BORGO A MOZZANO - Piano di Gioviano, SP2 Lodovica.

LETTORI SINGOLI

mercoledì 16 luglio 2014

LETTERE DI BENUTINO CIMA , SULLA ESCAVAZIONE DEI MARMI APUANI

RICEVO E RIPUBBLICO , UN PARERE DI UN TECNICO.
(per la pluralita' dei pareri e per rispetto del diritto di espressione)

Benutino Cima :

mi hanno esortato a pronunciarmi sui problemi inerenti alla escavazione dei marmi negli "agri marmiferi Apuoversiliesi, in riferimento alle ultime problematiche emerse da parte delle Regione.
Avevo preparato una sfilza di numeri , scale, progressioni, ecc. Poi mi sono detto che una lunga teoria di numeri, scale, percentuali, progressioni, ecc, stufa anche gli addetti ai lavori, figuriamoci la gente "incolpevole".
Prima di tutto vi e' da considerare che questa attivita' di sola escavazione, coinvolge centinaia di Aziende e migliaia di addetti, che con questo durissimo lavoro, portano il pane alle loro famiglie. Prescindere da questa primaria considerazione e' da incoscienti. Tuttavia e' verissimo che una volta estratto il marmo (ovviamente) non si riforma. La collocazione geomorfologica dei giacimenti in oggetto e le relative introspezioni sulle lenti calcaree ci danno la certezza di poter (in pratica) attingere alla riserva giacimentologica ancora per tempi molto lunghi (secoli). Anche se il ritmo di prelievo si dovesse incrementare. Un discorso a parte pero' merita la considerazione che il patrimonio minerario naturale e' di tutti, ovvero "res publica", e non "res nullius" (di nessuno), come e' in pratica a tutt'oggi considerato. Chi preleva dal patrimonio comune, deve pagare in proporzione a quanto effettivamente percepisce, mettendo in galera chi come adesso fattura la meta' (quando va bene ), di quello che percepisce, scaricando tutte le spese sul rimanente 50%. Lo "stupro" ambientale, inevitabile, si potrebbe portare a livelli addirittura insignificanti con opportuni accorgimenti di ingegneria, iomstesso ho eseguito progetti in proposito messi in pratica con successo in alcune cave di Asiago. Con i quattrini si potrebbe fare molte cose, ovvero reimpiegando parte del plusvalore delle risorse la' dove queste si formano. Il fermare tutto, fare teatri, o musei all'aperto, per quanto suggestivo, e' davvero una idea economicamente molto discutibile, non si puo' pensare di escludere dal lavoro oltre ventimila persone, perdere tutto l'indotto, tutto un settore merceologico indispensabile per l'economia in disfacimento della Toscana settentrionale, per sostituirlo con nulla di nulla. Semmai si creino di veri ispettori plenipotenziari che davvero possano possano far scattare le manette ai polsi di chi ruba il bene pubblico, allo stesso modo di che compie una rapina in banca. A chi servissero dettagli tecnici o normativi, sulla escavazione dei prodotti lapidei, la mia pagina e' a disposizione.nno esortato a pronunciarmi sui problemi inerenti alla escavazione dei marmi negli "agri marmiferi Apuoversiliesi, in riferimento alle ultime problematiche emerse da parte delle Regione. Avevo preparato una sfilza di numeri , scale, progressioni, ecc. Poi mi sono detto che una lunga teoria di numeri, scale, percentuali, progressioni, ecc, stufa anche gli addetti ai lavori, figuriamoci la gente "incolpevole". Prima di tutto vi e' da considerare che questa attivita' di sola escavazione, coinvolge centinaia di Aziende e migliaia di addetti, che con questo durissimo lavoro, portano il pane alle loro famiglie. Prescindere da questa primaria considerazione e' da incoscienti. Tuttavia e' verissimo che una volta estratto il marmo (ovviamente) non si riforma. La collocazione geomorfologica dei giacimenti in oggetto e le relative introspezioni sulle lenti calcaree ci danno la certezza di poter (in pratica) attingere alla riserva giacimentologica ancora per tempi molto lunghi (secoli). Anche se il ritmo di prelievo si dovesse incrementare. Un discorso a parte pero' merita la considerazione che il patrimonio minerario naturale e' di tutti, ovvero "res publica", e non "res nullius" (di nessuno), come e' in pratica a tutt'oggi considerato. Chi preleva dal patrimonio comune, deve pagare in proporzione a quanto effettivamente percepisce, mettendo in galera chi come adesso fattura la meta' (quando va bene ), di quello che percepisce, scaricando tutte le spese sul rimanente 50%. Lo "stupro" ambientale, inevitabile, si potrebbe portare a livelli addirittura insignificanti con opportuni accorgimenti di ingegneria, iomstesso ho eseguito progetti in proposito messi in pratica con successo in alcune cave di Asiago.
Con i quattrini si potrebbe fare molte cose, ovvero reimpiegando parte del plusvalore delle risorse la' dove queste si formano. Il fermare tutto, fare teatri, o musei all'aperto, per quanto suggestivo, e' davvero una idea economicamente molto discutibile, non si puo' pensare di escludere dal lavoro oltre ventimila persone, perdere tutto l'indotto, tutto un settore merceologico indispensabile per l'economia in disfacimento della Toscana settentrionale, per sostituirlo con nulla di nulla.
Semmai si creino di veri ispettori plenipotenziari che davvero possano possano far scattare le manette ai polsi di chi ruba il bene pubblico, allo stesso modo di che compie una rapina in banca. A chi servissero dettagli tecnici o normativi, sulla escavazione dei prodotti lapidei, la mia pagina e' a disposizione.

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