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lunedì 23 marzo 2015

“Governo Renzi: un fallimento a caro prezzo, tra riforme accennate e decisamente mancate” di Francesco Fedi

"Governo Renzi: un fallimento a caro prezzo, tra riforme accennate e decisamente mancate" di Francesco Fedi 

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Adesso che di giorni ne sono passati anche più di 365, il fallimento del Governo Renzi è ormai un qualcosa che altamente palpabile. Un fallimento palesato in ogni singola azione di governo, o di non-governo, che da un anno a questa parte si è tentato goffamente di abbozzare.

Sfogliano un po' i quotidiani di oggi, Lunedì 23 Marzo, abbiamo pensato di tracciare questa linea di sgomento, prendendo in esame un paio di articoli di autori di tutto rispetto, come Emiliano Liuzzi, de Il Fatto Quotidiano e Sergio Rizzo del Corriere della Sera.

Il filo conduttore tra i due sta in come il Governo Renzi sia riuscito a comportare disagi e maggiori spese per gli italiani, sia dove ha provato ad abbozzare unq qualche parvenza di riforma, sia dove, nonstante le indicazioni della spendig review e del Piano Cottarelli, abbia ben pensato di mantenere lo status quo.

Del resto, solo degli autentici allocchi avrebbero potuto pensare che un uomo dello "status-quo", avrebbe potuto pensare di rompere con sé stesso e con il sistema che lo ha portato ad essere il Presidente del Consiglio dei Ministri Italiano…

Partiamo dunque dall'articolo di Liuzzi, che parla dell'"Abolizione delle Provincie". Una riforma che sembra essere già cosa fatta, a che n realtà è piantata sul problema della ricollocazione dei dipendenti provinciali, divisi in un kafkiano duello tra Comuni e governo centrale.

Per questi, che sono una componente importante della questione "costi" associata alla questione "provincie" accade che i trasferimenti di personale non stanno avvenendo a causa a di norme contraddittorie e inattuabili. Argomento questo che il buon Ministro Graziano Del Rio, si guarda bene da spiegare, ogni volta che in TV si perde negli infiniti elogi di quella riforma che porta il suo nome.

Nel suo articolo Liuzzi ci fa notare che, nel frattempo, l'unica cosa certa, è lo sbandamento che questa "riforma" ha portato in servizi essenziali come assistenza a disabili e manutenzione delle stradale, e questo perché, approvata in tutta fretta, non ha potuto essere accompagnata da un adeguato piano per la   riorganizzazione delle funzioni e il ricollocamento del personale.

Così accade che l'assistenza ai disabili viene demandata alle Asl e la gestione dell'ordine pubblico non ha più un interlocutore fondamentale, secondo il più classico clichè dello "scarica-barile" all'italiana, dove però qui è il Governo che scarica sulle Regioni: "Con le leggi di riordino le Regioni devono riprendersi le competenze che non vogliono lasciare alle Province definendo le risorse: il personale e i costi finanziari. Le leggi di riordino sono state fatte da 12 regioni su 15, ma solo la Toscana l'ha fatta completamente".

Ad oggi però le aree metropolitane e le Province rimaste stanno chiedendo sempre maggiori trasferimenti e famigerato miliardo di risparmi che si doveva conseguire con la riforma, si tramuterà in un raddoppio di quella voce di spessa… ..e tutto sempre senza tacer di ritardi e disservizi…

Interessante è poi : "
http://tmp.provincia.prato.waypress.eu/RassegnaStampa/LeggiArticolo.aspx?codice=SIL1235.TIF&subcod=20150323&numPag=7&tipo=GIF '' il focus che Il Fatto Quotidiano fa su 5 diverse province italiane (Torino, Bologna, Cagliari, Venezia e Napoli), rispondenti a 5 diverse aree geografiche del paese. L'invito è ad andarselo a leggere, perché le curiosità non sono poche.

Veniamo poi a Sergio Rizzo, che oggi ci delizia ricordandoci come in dieci anni, siamo riusciti a vederci raddoppiare il costo dell'acqua che esce dai nostri rubinetti: secondo l'ufficio studi della Confartigianato, dal 2004 al 2014 le tariffe dell'acqua sono aumentate mediamente del 95,8%, il triplo rispetto alla crescita dei prezzi di quel servizio nei paesi dell'Area Euro.

A quattro anni dal referendum del 2011 sul mantenimento in mano pubblica dei servizi, il «bene comune» acqua, si dimostra sempre più costoso. Dati ufficiali spiegano che nel 2014 la bolletta media per famiglia ha si aggira intorno ai 355 Euro all'anno, con Firenze che arriva ad oltre 560 Euro.

Anche i trasporti non vanno meglio, con costi medi lievitati di oltre il  16%, o i rifiuti solidi urbani, la cui tassazione in dieci anni è cresciuta in media di quasi il 62%.

Riassumendo le tariffe dei servizi pubblici non energetici (acqua, trasporti e rifiuti) sono aumentate del 25,9%, contro  il 13,3% dei Paesi a moneta unica.

Non c'è poi da dire che questi aumenti siano dovuti ad un miglior servizio offerto ai cittadini, mentre per quanto riguarda l'aspetto dei costi, Rizza ci rimanda di nuovo ad un ben precisa responsabilità de Governo Renzi: "…Fuor di dubbio che la causa di costi e inefficienza abbia a che vedere con un numero abnorme di società partecipate locali. Le amministrazioni locali hanno in portafoglio 35.311 partecipazioni in 7.721 imprese. Lo studio ricorda che 3.035 di queste società hanno meno di sei dipendenti. Le dimensioni medie sono molto ridotte: il 62% ha un fatturato inferiore a 1o milioni, rappresentando appena il 7% della produzione totale. I costi di amministrazione sono quindi elevatissimi, con 37 mila cariche sociali distribuite su 26.500 persone. L'ex commissario straordinario alla spending review li aveva calcolati in 450 milioni…"

Eccoci dunque alle responsabilità del Governo Renzi, ma stavolta in senso contrario, ossia per quello che si doveva fare ma che invece non si è fatto: Cottarelli aveva delineato un percorso per ridurre il numero delle società partecipate in Italia da circa 8 mila a non più di mille, cosa poi velatamente affidata alla legge di Stabilità 2015,  che entro il 31 marzo p.v. imponeva agli enti locali la redazione di un piano di razionalizzazione, ma ad otto giorni dal Razio-Day, l'aria che si respira sa di ennesimo caso di procrastinazione del termine…

Difficile immaginare che la storia sarebbe stata un qualcosa di diverso. Personalmente : " http://www.fattitoscani.info/2014/08/30/spendig-review-e-sblocca-italia-sulle-partecipate-ne-vedremo-delle-belle-di-francesco-fedi/ '' l'avevo detto in tempi non sospetti, da tempo le società partecipate, con la loro abilità a sfuggire a tutto quello che è il complesso di norme e regolamenti che interessano i soggetti di diritto pubblico, sono il vero "boccone del prete della politica"..

Si pensi che qualche giorno fa, parlando delle partecipate di casa nostra mi sono imbattuto in un dettaglio davvero curioso, ovvero che il gettone di presenza di un membro di GIDA s.p.a., gestore degli impianti di  depurazione acque pratesi, è più che doppio di quello di un consigliere comunale per una seduta del Consiglio (200 Euro il primo contro i "soli" 90 del secondo… Eppure, poco che sia, un Consigliere Comunale un po' di mazzo in giro per la città per farsi conoscere e raccogliere preferenze, deve pur esserselo fatto. Spesso invece nelle società partecipate, a riscaldare di flautolenze le poltrone dei CdA, ci troviamo amici-DI e parenti-DI, se non addirittura qualche refuso di candidato trombato di questa o quella lista.. Questo il vero "premio di maggioranza" per i vincenti non eletti…

Così i costi crescono, le prebende si alimentano e la spesa pubblica impazzisce. Lo sa bene il presidente nazionale di Confartigianato Giorgio Merletti: "…Alle imprese pubbliche locali è necessaria e con urgenza una robusta iniezione di efficienza. Ne va della qualità dei servizi e della convenienza di prezzi e tariffe. Le regole di una sana gestione imprenditoriale non possono valere solo per i privati".

Il riferimento è chiaro: 18 miliardi, è il volume dei costi del mondo delle partecipate italiane (13 il costo dei servizi, 3 i trasferimenti correnti e in conto capitale, 2 le immancabili perdite d'esercizio…). Tutti costi causati anche da gestioni malandrine dove gli affidamenti con gara sono circa 2%, del totale e quasi il 53% le assegnazioni dirette a società in house o imprese miste.

Tutto questo popò di roba viene ogni anno preso e esso in mano alla tante cricche degli amici-DI e parenti-DI, con buona pace dei cittadini e delle associazioni di categoria di turno…

D'altronde, cosa c'era da aspettarsi da un : " http://ilpuntodiprato.altervista.org/renzi-salvatori-o-salvati-dalla-patria-di-francesco-fedi/ '' Matteo Renzi, uomo dello "staus-quo", se non una politica di finte e fallimentari riforme e riforme mancate?

Passa il tempo, per l'esattezza un anno e spiccioli e ce lo possiamo dire con cognizione di causa.

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---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: FRANCESCO FEDI · Data: 23/mar/2015 ore 16:02
Oggetto: "Governo Renzi: un fallimento a caro prezzo, tra riforme accennate e decisamente mancate" di Francesco Fedi
A: capitan.futuro3000@gmail.com


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