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mercoledì 24 settembre 2014

DOMENICA 28 TANTE PROVINCE ANDRANNO AL VOTO, SENZA CHE VOI POSSIATE DIRE LA VOSTRA

LE PROVINCE NON SONO STATE ABOLITE !!!
CI HANNO SOLO TOLTO IL DIRITTO DI VOTO , VOTERANNO SOLO SINDACI E CONSIGLIERI COMUNALI !!!!

E' UNA VERGOGNA SENZA PRECEDENTI , CI PISCIANO IN TESTA E CI DICONO CHE PIOVE......

1 commento:

  1. A Ferrara lo chiamano il "patto dei cappellacci", a Vibo Valentia "l'accorduni", a Torino e Genova non hanno invece ancora trovato un nome per le larghissime intese che scenderanno in campo alle prossime elezioni provinciali. Che esistono ancora, seppur trasformate in consultazioni di secondo livello, e si faranno in 64 province e 8 città metropolitane in un arco di tempo che va dal 28 settembre al 12 ottobre. A votare saranno i sindaci e i consiglieri comunali. Gli eletti (sempre sindaci e consiglieri) non percepiranno alcuna indennità e dovranno occuparsi di riorganizzare il tessuto amministrativo dei territori dopo il ciclone della legge Delrio.

    Dopo il caso della Puglia, dove il Pd si apprestava a presentare liste insieme a Forza Italia e Ncd a Taranto e Brindisi, e dove il segretario regionale Michele Emiliano è stato spinto alla retromarcia dalle proteste di Sel e della sua minoranza, si scopre che a Ferrara "Provincia Insieme" ha dentro Pd, Forza Italia, Lega e addirittura 5 stelle, con il sindaco di Comacchio Marco Fabbri.

    Situazione simile a Genova, dove una lista per la città metropolitana comprende Pd, FI, Ncd e Lista Doria (i 5 stelle non hanno trovato l'accordo sul numero di consiglieri). E a Torino, sotto la supervisione di quello che diventerà il sindaco metropolitano Piero Fassino. "Tutt'altro che un inciucio -spiega il responsabile enti locali del Pd torinese Domenico Carretta - la lista che sarà presentata martedì e che ha dentro Pd, Ncd, Forza Italia e Moderati (Sel alla fine non ha aderito) è stata fatta per garantire che tutto il territorio sia rappresentato, perché col meccanismo del voto ponderato Torino avrebbe finito per avere troppi consiglieri e realtà importanti come Ivrea e Val di Susa rischiavano di restar fuori".

    In più, "questa è una fase costituente, la gestione della città metropolitana è tutta da definire". Quanto a Vibo, una parte del Pd accusa i renziani di aver fatto una lista con il nuovo centrodestra ("Insieme per la Provincia di Vibo Valentia adesso"), mentre gli stessi renziani accusano il segretario provinciale Pd di aver usato il simbolo per un'altra lista senza consultarli, e di aver messo dentro "quattro persone di centrodestra mascherate da indipendenti, di cui uno incandidabile per la magistratura". E responsabile dello scioglimento di un comune per mafia. Lì si è alla richiesta incrociata di dimissioni. E "l'accorduni" pare riguardi tutti.

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