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sabato 17 maggio 2014

FRANCESCO SAISI - CONTADINO: SCARPE GROSSE E CERVELLO FINO

RICEVIAMO E VOLENTIERI RIPUBBLICHIAMO.

Una piccola premessa per chiarire, sempre che ce ne sia bisogno, che il sottoscritto non ha alcuna simpatia né per i sindacati tanto meno per la politica, anche se c’è chi ritiene che le due cose non abbiano interessi in comune io non la bevo, mi permetto di criticare chi fa della politica arma di battaglia per raggiungere obiettivi disonorevoli a spese e discapito dei cittadini, rispetto e ammiro chi prova a mettere la faccia nella speranza di poter cambiare le cose da noi in Valle del Serchio, augurandomi che, nel caso in cui ci riesca, non si faccia poi coinvolgere da quello che definirei il potere della poltrona.

C’è anche chi, in me, ha visto un probabile collaboratore nella propria battaglia contro quello che potrebbe essere definito l’ultra-ventennio nel comune di Gallicano, ma rimanendo sempre della mia idea, che non voglio definire un ideale, ho ringraziato per la fiducia e negato il mio contributo, anche perché non mi ritengo persona all’altezza di una simile missione, spero mi sia stata almeno riconosciuta l’onestà, un aggettivo che purtroppo non va d’accordo con la politica infatti sappiamo tutti qual'è la sottile line rossa che collega gran parte dei comuni amministrati dal centro-sinistra nella Valle del Serchio, da me soprannominata recentemente la Valle dei Re a causa delle mummie che da troppi decenni mal-governano, a proprio favore, questa terra, tant'è che recentemente abbiamo potuto leggere tra le pagine de La Gazzetta del Serchio come questa linea si estenda fino ad arrivare alla Piana di Lucca.

Personalmente non credo che si fermi qui, volete che non si estenda fino a Roma, magari chissà, passando pure dal capoluogo toscano? La potremmo perfino considerare un alter ego della Linea Gotica, che i tedeschi costruirono per fermare l’avanzata dell’esercito alleato nel 1944. Il partito a cui mi riferisco oggi è il Pd, quello dove la "D" sta per democratico, talmente democratico che i suoi esponenti di spicco, tra cui compaiono anche ex sindacalisti tanto per rimanere in tema, si rieleggono tra di loro addirittura con l’incarico di presidente del consiglio, che oggi è colui che ha fatto della rottamazione la sua arma di battaglia, ovviamente non riuscendoci e infatti le mummie sono sempre le stesse. L’unica cosa che è riuscito a fare è spaccare un partito dove nessuno sa più dove andare e chi seguire, dove gli stessi esponenti a noi più vicini, nella valle, un giorno dicono nero il giorno dopo bianco.

Detto ciò non vorrei essere frainteso, anche nel centro-destra non è che siano tutte rose e fiori. Rimanendo ancora in zona Mediavalle e Garfagnana, dove ci hanno sempre considerati "contadinotti", persone che più che alla politica, soprattutto nel passato, hanno sempre pensato alla terra, elemento che ha permesso a migliaia di persone di sopravvivere anche in tempi di carestia. In tutta sincerità alla maggior parte di contadini, che comprendono pure i miei avi, la politica importava fino ad un certo punto, c'era altro a cui pensare, per cui anche se raccontavano loro che Cristo era morto dal freddo c'era, forse, chi veramente ci credeva e se a raccontare le solite balle politiche erano i signorotti lungimiranti, o come si dice da noi che la sapevano lunga, molto rispettati nel paese che per un po’ di fama e orgoglio personale, o semplicemente perché non avevano voglia di lavorare, decidevano di scendere in politica il voto era assicurato.

Tornando ad oggi con le amministrative alle porte, tant'è che non passa giorno che qualcuno si presenti a bussare con volantini e sorrisi smaglianti da pubblicità di dentifricio sbiancante, in un 2014 dove internet e i vari social la fanno da padroni già da un bel po’ e dove le informazioni, anche se alcune volte distorte ovviamente a seconda da chi viene foraggiata la fonte, così come siti dove andarli a reperire non mancano, vorrei ricordare a chi si loda di meriti che non ha e soprattutto a chi racconta balle politiche che le bugie ci sono di due tipi, quelle con il naso lungo e quelle con le gambe corte e visto che non siamo più ai tempi dei nostri nonni e tanto meno nella favola di Carlo Lorenzini, meglio conosciuto come Carlo Collodi, si fa poca strada prima di essere sgamati. Per cui evitate simili figurette, saremo e forse resteremo per sempre “contadinotti” ma non prendeteci per imbecilli.

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