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martedì 26 dicembre 2017

IL CONTO DI NATALE


Sono ormai poche le occasioni in cui scrivo per il puro piacere di farlo. Mi piacerebbe farlo più spesso,ma tra la politica,sociale,lavoro e vita privata qualcosa bisogna sacrificare. E comunque anche oggi non vo lontano dal solito,non è un racconto o una poesia,ma una riflessione sul Natale e le feste.
Chi mi conosce solo negli ultimi anni, sa che ho uno spirito natalizio degno del Grinch,ma non è sempre stato così,anche se ora pare impossibile.Ma come dico sempre meglio essere cattivi e non tirarlo in tasca alla gente che essere “buoni” e ipocriti a livelli stratosferici.
Ormai non vedo più la festa di Natale ma tanta tanta ipocrisia. E consumismo ai massimi livelli.
Ormai natale è una festa fatta per vendere dolci,regali e giocattoli, dove si è perso il senso della festa religiosa. Senza contare che quest'anno ci si è messa la tecnologia e il buonismo di una certa parte politica.
La tecnologia perchè tra social e varie app di messagiastica, si fanno gli auguri un po a tutti,anche a chi ci sta cordialmente sulle scatole.Addirittura si riceve dei generici auguri di buone feste che si capisce sono stati inviati con l'opzione “invia a tutti” dall'app di turno.E se proprio va male quei video virali stra-riciclati che riceviamo almeno 5 volte.
Ah il progresso! Prima c'erano i regali riciclati che facevano il giro di decine di persone senza mai essere aperti,ora in pochi istanti abbiamo la solita foto/video che fa il giro di milioni di utenti senza un minimo di auguri sentiti.
E va anche di lusso in confronto alla strumentalizzazzione politca fatta sulle tradizioni natalizie e sul presepe da alcuni partiti politici di sinistra. Quelli dell'accoglienza indiscriminata e del buonismo legata ad essa. Non volendo lasciare in pace neanche a Natale ne hanno fatto una crociata per propagandare l'accoglienza indiscriminata e il business legato ad essa con retoriche di vario genere. Naturalmente chi non la pensa come loro è cattivo,razzista,fascista,ecc...
Naturalmente nel far finta di essere buoni la gente,fa due offerte in questo periodo per sentirsi più buoni,sbattendosene poi del resto dell'anno se la gente non ha lavoro,ha lo sfratto,non sa come andare avanti,ecc...anzi il più delle volte magari applica il detto vita mea mors tua spingendoti nell'abisso pur di avere qualcosa in più.
In un certo senso aveva visto giusto Charles Dickens nel 1843 col suo libro Il canto di Natale. Peccato che il significato del libro sia andato dimenticato e di questo rimangono solo svariati adattamenti commerciali da trasmettere nel periodo natalizo per fare soldi.
E quindi cosa rimane del natale,quello vero? Nulla se non un occasione per spendere soldi e vedere l'ipocrisia della gente.
Con questo non voglio offendere quelli che lo festeggiano col cuore,ma solamente dire la mia su quello che è diventata una festa santa nella società moderna ipocrita come pochi.
E meno male che da domani possiamo ristarci sulle scatole senza finzioni.

Distinti Saluti



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