"Il vaccino è sicuro e rappresenta l'arma fondamentale per sconfiggere il Covid 19"
Tra coloro che non si vogliono vaccinare contro il Covid 19 ci sono posizioni e argomentazioni diverse: alcune possono apparire ragionevoli, mentre altre sembrano scaturire da oscuri teoremi fantascientifico-complottisti.
Per Capitan Futuro, Francesco Speroni intervista il Dr. Riccardo Iapoce, infettivologo, nato ad Ancona nel 1960, attualmente direttore dell'Unità Ospedaliera Malattie Infettive dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cisanello (Pisa), una struttura che rappresenta un'eccellenza italiana nel campo della cura e della ricerca medica.
Il professor Iapoce ha sperimentato il Covid 19 sulla sua pelle, infettandosi nel marzo del 2020 mentre assisteva i primi pazienti colpiti dal virus. Si è curato nella stessa struttura dove lavora. Con lui cerchiamo di affrontare le obiezioni più usate non solo dai no-vax ma anche da coloro che non sono prevenuti nei confronti dei vaccini in generale, ma lo sono verso il vaccino anti Covid 19.
Dottor Riccardo Iapoce, qual è la differenza più significativa tra i due anni di pandemia trascorsi, il 2020 ed il 2021?
Nel 2020 l’unico modo di contenere il contagio è stato quello dell’isolamento, nel 2021 si sono resi disponibili vaccini e terapie antivirali e ciò ha consentito di ridurre in parte le misure di isolamento e di ritornare ad una parvenza di vita normale. Nella fase attuale la situazione sta migliorando, ma dovremo fare i conti con il Covid 19 ancora a lungo.
In questi anni, durante lo svolgimento del suo lavoro di specialista in malattie infettive, ha incontrato molti no-vax?
Cosa risponde a questa obiezione: "Ho fatto le prime due dosi, ma non farò la terza perché annichilisce il sistema immunitario e mi fa prendere il Covid 19 o altre malattie infettive"
Gli attuali vaccini, per ovvi motivi, hanno avuto una procedura di sperimentazione accelerata e pertanto non abbiamo ancora dati certi sulla durata della loro efficacia e sulla tempistica delle dosi successive a quelle iniziali. Nei mesi scorsi si è visto che dopo le prime due dosi, nel tempo, il livello degli anticorpi neutralizzanti contro il virus si riduceva e ciò ha reso indicata la terza dose. Dalle valutazioni in corso sapremo se e quando sarà necessaria una eventuale dose successiva. Ciò non deve meravigliare: molti vaccini in uso da anni (ad esempio per tetano, meningite, poliomielite) necessitano di dosi successive di richiamo.
"Mi vaccinerei, ma ho saputo che tante persone sono state male o addirittura sono morte in conseguenza degli effetti collaterali del vaccino. Ho paura possa accadere anche a me"
I vaccini per il Covid 19 attualmente in uso in Italia (Pfizer e Moderna) sono vaccini molto sicuri, gli effetti collaterali più frequenti, che comunque non si verificano nella maggior parte dei casi, sono gli stessi di altri vaccini come ad esempio quello antinfluenzale: indolenzimento nel punto di inoculo, febbricola, dolori muscolari, molto raramente reazioni allergiche trattabili. È vero che vi sono stati dei casi di morte correlati al vaccino: sono stati causati prevalentemente da trombosi che anno fatto seguito per lo più al vaccino Astra-Zeneca, che per tale motivo non viene più utilizzato. Complessivamente i decessi sono stati 22 su oltre 133 milioni di dosi di vaccino effettuate. Il rischio di morire a causa del virus è molto più elevato. In medicina come in altri contesti è inevitabile ragionare in termini di probabilità statistiche: anche l’aspirina, in decenni di utilizzo, ha raramente causato decessi per emorragia gastrica, ma nessuno si sognerebbe di non utilizzarla più per tale motivo.
"Non mi vaccino perché per farlo sono costretto a firmare un foglio nel quale dichiaro di assumermi tutta la responsabilità in caso di reazione avversa più o meno grave o fatale, a medio e lungo termine"
Come per altre procedure mediche, prima del vaccino è prevista la firma di un consenso informato, in cui il soggetto dichiara di aver fornito correttamente le informazioni mediche richieste e di accettare la somministrazione del vaccino. Non è una liberatoria che esonera il SSN (Servizio Sanitario Nazionale) dalle responsabilità previste per legge.
"Non mi vaccino perché non so cosa mi iniettano nel corpo"
Quando i virus ci infettano, introducono nel nostro organismo il loro genoma completo, costituito da DNA o da RNA, che induce le nostre cellule a produrre le proteine necessarie alla loro replica. I vaccini ad RNA attualmente in uso contengono solo una piccola parte dell’RNA virale, in grado di fornirci l’informazione necessaria a riconoscere la proteina spike, ciò permette al nostro sistema immunitario di produrre in anticipo le difese necessarie a bloccare l’ingresso del virus nelle nostre cellule.
"Non mi vaccino perché quello non è un vaccino ma un siero sperimentale ed io non sono disposto a fare da cavia"
Anche se i tempi di sperimentazione dei vaccini anti Covid 19 sono stati per ovvi motivi accelerati e tali vaccini sono stati i primi ad utilizzare la tecnologia dell’RNA, questa era in studio da tempo e si era già mostrata promettente. Gli studi effettuati prima dell’autorizzazione all’utilizzo dei vaccini anti Covid 19, hanno rispettato tutte le fasi previste per validarne la sicurezza e l’efficacia ed hanno coinvolto decine di migliaia di soggetti. Pertanto non si può considerare un trattamento "sperimentale". A riprova della validità della tecnologia dei vaccini ad RNA, sono in corso studi con tale metodica per ottenere un vaccino efficace per il virus dell’AIDS, obbiettivo che non è stato ad oggi raggiunto con i vaccini tradizionali.
"Non mi vaccino perché i vaccinati si ammalano, finiscono intubati e muoiono lo stesso, quindi il vaccino non funziona"
Il vaccino fornisce un’ottima protezione, riducendo in modo sostanziale il rischio di polmonite grave e di morte. Un soggetto non vaccinato, a parità di altre condizioni, ha un rischio venti volte maggiore di morte, rispetto a un vaccinato. Purtroppo il vaccino non offre una protezione assoluta contro l’infezione, soprattutto per le nuove varianti, ma i soggetti vaccinati hanno comunque manifestazioni cliniche più lievi e di breve durata. Come per qualsiasi trattamento medico l’efficacia non è assoluta: esistono anche casi di polmonite grave in vaccinati, ma questi sono molto più rari rispetto ai non vaccinati e solitamente riguardano pazienti con patologie che riducono la risposta al vaccino.
"Non mi vaccino perché mi ha molto insospettito il fatto che siano state proibite o comunque bistrattate le terapie domiciliari, somministrabili dai medici di base, o i trattamenti come quello con gli anticorpi monoclonali, i quali si sono rivelati efficaci specie se messi in pratica subito, ai primi sintomi del Coronavirus. Il sospetto è che si sia volutamente data la corsia preferenziale al vaccino per ragioni che non comprendo"
Alcuni farmaci che erano stati inizialmente utilizzati perché sembravano avere una qualche efficacia (Idrossiclorochina, Azitromicina, antivirali per l’HIV ed altri) in studi successivi sono risultati inutili ed in alcuni casi dannosi. L’infezione da Covid 19 ha una espressione clinica molto variabile: da casi lievi o asintomatici a forme gravi. A domicilio possono essere gestiti la maggior parte dei pazienti con manifestazioni lievi, per i quali è necessario solo un trattamento sintomatico. Nei casi di maggior gravità con polmonite invece è indispensabile il ricovero in ospedale. Alcuni pazienti con fattori di rischio per la progressione a forme gravi, possono ricevere gli anticorpi monoclonali o farmaci antivirali, che comunque richiedono una valutazione e somministrazione ospedaliera. Bisogna però considerare che i tempi di utilizzo di tali terapie sono molto stretti, che per quanto riguarda gli anticorpi monoclonali il numero di dosi disponibili è limitato e che i farmaci antivirali offrono una protezione aggiuntiva per casi fragili vaccinati, ma non raggiungono comunque l’efficacia del vaccino nel ridurre il rischio di morte.
È vero che i casi gravi e mortali sono più frequenti nelle fasce di età più avanzate, ma vi sono stati ricoveri in terapia intensiva e decessi anche in pazienti giovani e adulti. Ricordo il caso di un trentenne senza patologie croniche, morto a Pisa in terapia intensiva nel marzo del 2020. Per quanto riguarda le autopsie, non è vero che non siano state fatte: soprattutto durante la prima fase della pandemia sono state eseguite molte autopsie che ci hanno permesso di conoscere e studiare i meccanismi con i quali il virus danneggia sia i polmoni che altri organi.
Negare che la pandemia sia stata una emergenza significa non avere la percezione della realtà. Il SSN, nonostante le croniche carenze ed anni di risorse limitate, anche grazie al sacrificio ed all’impegno di molti operatori, è riuscito a gestire la situazione. I risultati sono stati buoni, anche a confronto con altri paesi europei dotati di un servizio sanitario pubblico più finanziato e sono stati addirittura migliori rispetto a paesi con un sistema sanitario di tipo privato. In conclusione dobbiamo voler bene al Servizio Sanitario Nazionale.
"Non mi vaccino perché se quella fosse davvero la soluzione l'avrebbero resa obbligatoria sin da subito"
Personalmente penso che l’obbligo vaccinale sarebbe stata una misura adeguata al contesto. Le misure adottate hanno tenuto conto di aspetti politici.
"Non mi vaccino finché non saprò i dati reali del tasso di mortalità sulle persone infette da Covid 19"
Il tasso di mortalità risente del numero delle infezioni complessive che viene documentato. Due anni fa le infezioni lievi erano sottostimate e la mortalità risultava più elevata. Oggi, con un elevato numero di tamponi effettuato la percentuale dei decessi sul totale è inferiore. Voglio però ricordare che in Italia in due anni vi sono stati oltre 140.000 morti per Covid. Se non è una emergenza sanitaria questa?
"Non mi vaccino perché i gli esperti e i virologi che parlano in Tv si contraddicono e litigano tra loro. Questo mi disorienta e non so più a chi dar ragione"
La quasi totalità degli “addetti ai lavori” intervistata in questi anni, ha avuto posizioni coerenti e condivise. Qualcuno può aver fatto affermazioni fuori dal coro, anche per volontà di protagonismo. Vi sono poi sedicenti esperti intervistati più per esigenze di spettacolo e per creare dibattito che per fare informazione.
"Non mi vaccino perché il mio medico mi ha consigliato di non farlo e di aspettare che escano nuovi vaccini più sicuri"
Questa è una nota dolente: alcuni medici hanno sconsigliato il vaccino a pazienti con patologie croniche. Non si sono voluti assumere la responsabilità di inverosimili e indefinite controindicazioni, esponendo i loro pazienti al rischio concreto e reale di infezione grave. Nella quasi totalità i motivi addotti per non vaccinarsi sono invece elementi di fragilità che rendono il vaccino ancora più utile. È probabile che in un futuro prossimo avremo vaccini migliori, ma i vaccini attuali sono già validi e sicuri e sono lo strumento fondamentale per ridurre la circolazione del virus, proteggerci dal rischio di malattia grave e permetterci di ritornare alla precedente quotidianità. E devono essere utilizzati ora!
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Nel ringraziare il professor Riccardo Iapoce per il tempo che ci ha dedicato, voglio ricordare che ci sarebbe un'ultima obiezione mossa dal variegato mondo no-vax, questa:
"Non mi vaccino perché il Covid 19 è solo una copertura creata per nascondere il piano del Nuovo Ordine Mondale che consiste nell'eliminare oltre la metà della popolazione terrestre. Il Nuovo Ordine Mondiale ritiene che il nostro pianeta non possa permettersi 7 miliardi di bocche da sfamare - numero peraltro in costante crescita - per cui diventa necessario un "Grande Reset". Chi si fa iniettare quel siero è destinato ad ammalarsi e morire nel giro di pochi anni: la selezione avverrà in base al fatto che solo i più sani e i più geneticamente forti si salveranno. I sopravvissuti potranno ricostruire il mondo del futuro che sarà a loro disposizione come una nuova Terra Promessa. Covid 19 è la più terribile e colossale operazione di Eugenetica della storia dell'umanità. Tutto questo è vero perché l'ho letto su internet!".
È del tutto ovvio che un'obiezione del genere non possa essere seriamente sottoposta all'analisi di un infettivologo; forse una risposta potrebbe darcela uno scrittore di romanzi di fantascienza oppure, volendo proprio restare in campo medico, uno psichiatra.
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